Buona politica in USA per lo sviluppo delle reti broadband ?

Link: Adnkronos – Ign – TLC: Bernabè, nuove regole garantiscano ‘ritorno’ su investimenti.

”Uno dei temi piu’ importanti dell’incontro di oggi a Venezia e’ stato il confronto Usa e Ue. Mentre il nuovo approccio regolatorio in Usa ha portato a un forte sviluppo delle reti a banda larga, il timore degli operatori e’ che l’approccio regolatorio in Europa non tenga in considerazione la necessita’ di dedicare risorse finanziarie rilevantissime per le reti”. Lo ha detto, il Ceo di Telecom Italia, Franco Bernabe’, alla conferenza stampa conclusiva dell’assemblea generale di Etno, l’associazione che riunisce i maggiori operatori di tlc europei.

Come direbbe il mio amico Maurizio, "maddeche’ stammo a parla’ ?"

Tanto per cominciare non c’e’ un "nuovo approccio regolatorio" negli USA; l’approccio e’ quello di sempre.

Ma anche se ci fosse, i risultati sarebbero stati disastrosi, non a caso nel confronto politico tra i due candidati presideti si lamenta come gli USA stiano perdendo terreno…. Se togliamo internet via cable TV (la cable TV si e’ sviluppata decenni fa, prima della comparsa di internet a banda larga), i dati OECD sono quelli del grafico sotto (penetrazione ogni 100 abitanti)

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Maddechè stammo a parla’ ?

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3 thoughts on “Buona politica in USA per lo sviluppo delle reti broadband ?”

  1. Però il cable è la piattaforma broadband dominante (come ben sapete gli operatori cable offrono connettività, telefonia VoIP, TV, etc), come escluderlo dalla valutazione della penetrazione del broadband (la classifica cambia non poco http://www.oecd.org/dataoecd/21/35/39574709.xls)? Mi sembra fuor di dubbio che tolga spazio ad altre tecnologie broadband e il mercato sia lo stesso.
    Il DSL poi è particolarmente limitato in USA dalla lunghezza dei local loop che riduce le prestazioni. La competizione con gli operatori cable e i limiti del DSL sembrano aver spinto gli ILEC verso la fibra, si guardi agli investimenti di Verizon ($23bn) in FTTH, con quasi 2 milioni di utenti Fios (in Europa, in totale, le ultime statistiche di Idate parlano di 1,4 milioni di utenti con servizi FTTH).
    Il “nuovo approccio” è la deregolamentazione per le linee broadband e fibra del 2003. Le conseguenze potrebbero essere state un calo nelle quote degli operatori alternativi, specialmente nel DSL, tuttavia incumbent come AT&T e Verizon sembrano aver puntato sulla fibra investendo per la realizzazione di reti FTTH (Verizon) e FTTC/FTTH (AT&T), investimenti che sicuramente stanno contribuendo allo “sviluppo del broadband”. Quella che forse è scarsa in USA è la competizione, di fatto molte zone sono in mano ad un duopolio DSL-Cable.
    Certo si può argomentare che reti di TV via cavo in quanto presenti da decenni non abbiano contribuito allo “sviluppo” (al delta) del broadband… se anche volessimo ignorare gli investimenti dei cable operator per aggiornare le proprie reti agli standard DOCSIS, mi pare che la penetrazione del DSL non sia una buona misura dello stato della banda larga in USA.

  2. qui stiamo discutendo sulle interpretazioni di una frase riportata.
    ora, prendendola testualmente: “il nuovo approccio regolatorio in Usa ha portato a un forte sviluppo delle reti a banda larga,”
    e’ falsa.
    lo sviluppo delle reti e’ precedente alla regolamentazione oggi in vigore.
    non si parla ne’ di concorrenza ne’ di quote di mercato ne’ di penetrazione.
    in USA, il forte sviluppo delle reti a banda larga e’ precedente alla regolamentazione oggi in vigore.
    dal 2003 ad oggi lo sviluppo e’ stato minimo.
    e cmq. non c’entra nulla con il contesto europeo e tantomeno italiano.

  3. Assolutamente d’accordo sul contesto diverso USA-Europa. Se andiamo oltre l’interpretazione testuale, mi sembra invece che alla deregolamentazione del 2003 siano seguiti significativi investimenti in reti in fibra ottica, che credo fosse ciò a cui faceva riferimento Bernabé.

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