tag:blogger.com,1999:blog-8660564635084305182024-03-13T02:28:10.454+01:00KepleroScienza. Funziona.Unknownnoreply@blogger.comBlogger677125tag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-21194004850851718822016-05-25T10:56:00.000+02:002016-05-25T10:56:48.525+02:00Dove sono tutti quanti? Un viaggio tra stelle e pianeti alla ricerca della vita<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-g4JphjmFOAs/V0VgqiUGW3I/AAAAAAAACfk/c3G6yI-4AVYh_RWykZBgvhBoltSUX6RswCK4B/s1600/3634587-9788817087827.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-g4JphjmFOAs/V0VgqiUGW3I/AAAAAAAACfk/c3G6yI-4AVYh_RWykZBgvhBoltSUX6RswCK4B/s400/3634587-9788817087827.png" width="268" /></a></div>
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Nel caso vi fosse sfuggito, lo dico anche qui: è uscito il mio nuovo libro, <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8817087823/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8817087823&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">«Dove sono tutti quanti?»</a> Altre informazioni le trovate <a href="http://www.amedeobalbi.it/?page_id=436" target="_blank">a questa pagina</a>. Aggiornamenti su presentazioni e altro su <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi">Twitter</a>, <a href="https://www.facebook.com/amedeo.balbi">Facebook</a>, o iscrivendosi <a href="https://tinyletter.com/amedeobalbi">alla mia newsletter</a>. Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-52423922391300416702016-04-29T10:00:00.000+02:002016-04-29T10:02:05.056+02:00Una newsletterHo pensato di iniziare una newsletter. Ovvero: voi vi iscrivete, e io ogni tanto vi mando una e-mail in cui scrivo cose che immagino possano interessarvi. È un tentativo, vediamo come va. Comunque, il link per iscriversi è <a href="http://tinyletter.com/amedeobalbi" target="_blank">questo</a>.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-4106513509965197032015-06-15T11:22:00.000+02:002015-06-15T11:22:06.306+02:00Fate come se qui ci fosse un titolo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-ZboRrxKAZq4/VX6Wl9iboCI/AAAAAAAACYk/RjAk6Uu3s3o/s1600/ibernazione.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-ZboRrxKAZq4/VX6Wl9iboCI/AAAAAAAACYk/RjAk6Uu3s3o/s1600/ibernazione.png" /></a></div>
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Visto che ogni tanto me lo chiedete: no, questo blog non è morto. Diciamo che è in ibernazione.<br />
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Ora, io lo so che quando uno dice "non ho tempo" in realtà sta dicendo "non ho voglia". L'ho sempre pensata così, e la penso così tuttora. Nella vita si stabiliscono delle priorità, e evidentemente scrivere qui sopra non è più una priorità. D'altra parte, sono quasi dieci anni che esiste Keplero, e le cose cambiano parecchio, in dieci anni. Ho sempre curato questo spazio nei ritagli di tempo, e man mano quei ritagli sono diventati coriandoli. Scrivere due rubriche ogni mese (su Le Scienze e su Wired: spero che le seguiate, altrimenti che parliamo a fare?) è un impegno serio, e nel frattempo sto anche lavorando a un libro nuovo. In più bisogna far progredire la scienza, addestrare i prossimi Einstein e, se avanza qualcosa, avere una vita.<br />
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Insomma è colpa mia, d'accordo. Però è anche un po' colpa vostra. È inutile che fischiettate, lo vedo che non è più come prima, che siete tutto il tempo sui social. Pure io, peraltro. Se devo scrivere una cosa breve, se devo solo segnalare qualcosa, è più veloce, più pratico, più immediato farlo su <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi" target="_blank">Twitter</a> e su <a href="https://www.facebook.com/amedeo.balbi" target="_blank">Facebook</a>. Perché poi c'è anche che, purtroppo, sono un perfezionista (altro che principio di Pareto), per cui, quando avrò finito di scrivere queste quattro righe, perderò altrettanto tempo a decidere un titolo che mi soddisfi e, alla fine, quando premerò il tasto "pubblica", guarderò l'orologio e la lista delle cose da fare e penserò che così non può andare. (E poi, dopo due ore, mentre sono concentrato in qualcos'altro, mi verrà in mente un titolo migliore.)<br />
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E quindi che si fa? E che ne so? In ogni caso questo è il periodo in cui chiunque incontri ti dice "ne riparliamo dopo l'estate". Ci faremo venire in mente qualcosa. Qualcosa di nuovo, magari, perché le cose cambiano.<br />
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Voi comunque restate in ascolto, non si sa mai. Pure Philae, <a href="http://blogs.esa.int/rosetta/2015/06/14/rosettas-lander-philae-wakes-up-from-hibernation/" target="_blank">avete visto</a>?, ha dormito sette mesi e poi si è risvegliata.<br />
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Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-67425045233325049002015-03-12T11:23:00.000+01:002015-03-12T11:25:08.992+01:00Su Encelado potrebbe esserci attività idrotermale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-DjZdHxmhD2A/VQFcoIa_4PI/AAAAAAAACWU/LX3p4lcxmOk/s1600/PIA19058.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-DjZdHxmhD2A/VQFcoIa_4PI/AAAAAAAACWU/LX3p4lcxmOk/s1600/PIA19058.jpg" height="400" width="640" /></a></div>
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Secondo due studi appena pubblicati su <a href="http://www.nature.com/nature/journal/v519/n7542/full/nature14262.html" target="_blank">Nature</a> e su <a href="http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2014GL063013/abstract" target="_blank">Geophysical Research Letters</a>, ci sono forti evidenze che nell'oceano sotto la superficie ghiacciata della luna di Saturno Encelado <a href="http://saturn.jpl.nasa.gov/news/newsreleases/newsrelease20150311/" target="_blank">sia in corso attività idrotermale</a>. Le prove sono legate a due diverse osservazioni fatte dalla sonda Cassini: la presenza di microscopiche particelle di silicati nel sistema di Saturno, e di metano nelle piume di gas che fuoriescono dalle spaccature nel ghiaccio della crosta di Encelado. La migliore spiegazione dei due fenomeni, in base al confronto con quanto avviene sul nostro pianeta, è data dall'interazione di acqua molto calda con rocce e con acqua a temperature inferiori. <br />
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Per quanto ne sappiamo, sarebbe l'unico altro posto del sistema solare su cui accade una cosa del genere, a parte la Terra. Per dare un'idea della potenziale importanza: le sorgenti idrotermali sul fondo degli oceani terrestri sono ai primi posti della classifica dei luoghi più probabili dove potrebbe avere avuto origine la vita sul nostro pianeta. E oggi, sulla Terra, interi ecosistemi riescono a sopravvivere attorno a questi sfiatatoi caldi nelle profondità marine, in quasi totale isolamento dalla superficie e praticamente in assenza di luce solare. Insomma, allo stato attuale delle cose, Encelado diventerebbe il posto più importante del sistema solare su cui cercare altre forme di vita: ci sarebbero acqua liquida, una sorgente di energia (geotermica) e abbondanza di elementi chimici, ovvero i tre prerequisiti ritenuti indispensabili per la vita come la conosciamo.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-34885549516617111552015-03-04T09:59:00.000+01:002015-03-04T09:59:13.333+01:00La stampa 3D e l'astrofisica<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-WnX8N4C2MAo/VPbF-RfG7LI/AAAAAAAACVo/MrB_nFlMuVc/s1600/Schermata%2B2015-03-04%2Balle%2B09.43.22.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-WnX8N4C2MAo/VPbF-RfG7LI/AAAAAAAACVo/MrB_nFlMuVc/s1600/Schermata%2B2015-03-04%2Balle%2B09.43.22.png" height="364" width="640" /></a></div>
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Un gruppo di astrofisici ha usato una stampante 3D commerciale per visualizzare i risultati delle simulazioni delle collisioni dei venti stellari all'interno di η Carinae, un sistema stellare binario. La cosa ha permesso di rivelare strutture non identificate precedentemente.<br />
<blockquote class="tr_bq">
We present the first 3D prints of output from a supercomputer simulation of a complex astrophysical system, the colliding stellar winds in the massive (≳120 M⊙), highly eccentric (e∼0.9) binary star system η Carinae. We demonstrate the methodology used to incorporate 3D interactive figures into a PDF journal publication and the benefits of using 3D visualization and 3D printing as tools to analyze data from multidimensional numerical simulations. Using a consumer-grade 3D printer (MakerBot Replicator 2X), we successfully printed 3D smoothed particle hydrodynamics (SPH) simulations of η Carinae’s inner (r∼110 au) wind-wind collision interface at multiple orbital phases. The 3D prints and visualizations reveal important, previously unknown ‘finger-like’ structures at orbital phases shortly after periastron (φ∼1.045) that protrude radially outward from the spiral wind-wind collision region.</blockquote>
L'articolo completo, con le immagini (inclusi i modelli 3D interattivi, che purtroppo si possono visualizzare sono usando Adobe Reader), <a href="http://arxiv.org/pdf/1503.00716v1.pdf" target="_blank">è qui</a>.<br />
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Lo scorso anno, astronomi dello Space Telescope Science Institute <a href="http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/miscellaneous/2014/03/full/" target="_blank">avevano cominciato a esplorare l'uso della stampa 3D</a> per convertire l'archivio di foto del telescopio spaziale Hubble in <a href="https://nfb.org/images/nfb/publications/jbir/jbir15/jbir050101.html" target="_blank">immagini tattili per i non vedenti</a>.<br />
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<br />Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-52922631123323872622015-02-11T09:37:00.000+01:002015-02-11T09:38:01.926+01:00Il metodo scientifico, il Dr. Jekyll e Mr. HydeNegli ultimi giorni del 2014 è apparso su Nature <a href="http://www.nature.com/news/scientific-method-defend-the-integrity-of-physics-1.16535" target="_blank">un commento dei cosmologi George Ellis e Joe Silk</a> a proposito del metodo scientifico e della sua applicazione agli sviluppi più speculativi della fisica teorica moderna. Ellis e Silk si concentrano soprattutto su due aree di ricerca sulla natura fondamentale della realtà: la teoria delle stringhe e il multiverso. La teoria delle stringhe tenta di dare una descrizione unificata della realtà sulla base di entità a una o più dimensioni (stringhe, appunto, nel primo caso; membrane, nel secondo), usando un formalismo matematico molto complesso che presuppone, fra l’altro, l’esistenza di un numero di dimensioni spaziali superiori alle tre che possiamo osservare nell’esperienza ordinaria. Il multiverso, ovvero l’idea che possano esistere molti altri universi oltre al nostro, non è invece propriamente una teoria, ma piuttosto una previsione degli scenari che provano a descrivere l’origine del nostro universo a partire da una fase primordiale di espansione accelerata nota come inflazione.<br />
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Entrambi gli scenari sono estremamente difficili da verificare empiricamente. Nel caso della teoria delle stringhe, la difficoltà è di natura tecnologica: non abbiamo (e probabilmente non avremo mai) acceleratori di particelle abbastanza potenti per arrivare alle energie necessarie per osservare direttamente le dimensioni extra o altre conseguenze della teoria, anche se sono ipotizzabili situazioni particolari che potrebbero dare luogo a effetti osservabili al Large Hadron Collider. Nel caso del multiverso, il limite è ancora più drastico ed è la natura stessa a imporlo: gli altri universi ipotizzati dallo scenario sono di fatto fuori dalla possibilità di entrare in contatto con il nostro tramite interazioni fisiche, anche se sono state fatte proposte per la ricerca di tracce di collisioni primordiali tra il nostro universo e gli altri.<br />
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Siamo quindi in una situazione in cui le idee più recenti della fisica teorica si sono spinte molto al di là del dominio dell’indagine sperimentale. Ma senza prove empiriche non c’è vera scienza, commentano preoccupati Ellis e Silk. Che facciamo? (<a href="http://www.ilpost.it/amedeobalbi/2015/02/10/il-metodo-scientifico-il-dr-jekyll-mr-hyde/">Continua a leggere sul Post...</a>)Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-17407060525683837002015-01-30T20:53:00.000+01:002015-01-31T09:49:38.804+01:00E dei risultati di BICEP2 restò solo la polvereIl finale non sarà una grande sorpresa per chi ha seguito tutte le puntate precedenti della storia (agevoliamo: <a href="http://www.keplero.org/2014/03/onde-gravitazionali-dal-big-bang-cosa.html" target="_blank">1</a>, <a href="http://www.keplero.org/2014/05/che-ce-di-nuovo-con-bicep2.html" target="_blank">2</a>, <a href="http://www.keplero.org/2014/06/pubblicato-larticolo-di-bicep2-e-ci.html" target="_blank">3</a>, <a href="http://www.keplero.org/2014/09/bicep2-probabilmente-non-ha-osservato.html" target="_blank">4</a>) ma ormai è chiaro che quella trovata da BICEP2 non era la prova dell'esistenza di onde gravitazionali primordiali. Per l'ufficialità e i dettagli tecnici bisognerà aspettare la settimana prossima, quando uscirà su <i>Physical Review Letters</i> l'articolo che riporta i risultati dell'analisi congiunta dei dati di BICEP2 e di Planck (<i>aggiornamento: <a href="http://new.bicepkeck.org/BKP_paper_20150130.pdf" target="_blank">il preprint</a> è già disponibile sulla pagina di BICEP</i>), ma la conclusione è <a href="http://www.bbc.com/news/science-environment-31058529" target="_blank">ormai di dominio pubblico</a> (non si capisce quanto volontariamente, visto che oggi una pagina con l'annuncio è stata rimossa dopo essere circolata per qualche ora <a href="http://www.math.columbia.edu/~woit/wordpress/?p=7503" target="_blank">sul web</a>).<br />
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Tirando le somme: quando a marzo dello scorso anno BICEP2 ha annunciato di aver misurato il segnale di polarizzazione nella radiazione cosmica di fondo ha ritenuto, sulla base dei dati disponibili e dei modelli teorici, che esso non potesse essere attribuito alla contaminazione della polvere della nostra galassia, e lo ha interpretato come causato da onde gravitazionali prodotte negli istanti iniziali dell'universo. I dati di Planck raccolti nella stessa regione di cielo e analizzati in seguito hanno invece mostrato che l'emissione della polvere galattica è più che sufficiente a spiegare quanto osservato da BICEP2: se le onde gravitazionali ci sono, sono ben nascoste e per stanarle in futuro bisognerà guardare con maggiore accuratezza. </div>
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Insomma, alla fine ne sappiamo più di prima, il che è sicuramente un bene. Col senno di poi, però, si può dire con serenità che certi eccessi comunicativi (torna alla mente il video di Linde che stappa lo champagne) potevano essere evitati. Visto che la ricerca non finisce qui, al prossimo giro bisognerà stare più attenti.</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-59480048564654038502015-01-29T10:53:00.000+01:002015-01-29T10:53:15.191+01:00Il più antico sistema planetario mai scoperto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-e5gMKmemZck/VMn_18HpWzI/AAAAAAAACUo/xICiipbtdhE/s1600/Kepler444.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-e5gMKmemZck/VMn_18HpWzI/AAAAAAAACUo/xICiipbtdhE/s1600/Kepler444.jpg" height="360" width="640" /></a></div>
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A 117 anni-luce da qui (non proprio dietro l'angolo, ma relativamente vicino su scala galattica) ci sono <a href="http://www.nasa.gov/ames/kepler/astronomers-discover-ancient-system-with-five-small-planets/#.VMn0_F6G8np" target="_blank">cinque piccoli pianeti</a> che orbitano attorno a Kepler-444, una stella simile al Sole. Il più piccolo è grande più o meno come Mercurio, il più grande come Venere. Orbitano tutti molto vicini alla loro stella, a una distanza inferiore a quella tra Mercurio e il Sole (<a href="http://bison.ph.bham.ac.uk/~campante/Files/Kepler444.mp4" target="_blank">qui c'è una animazione</a> che mostra come stanno le cose). Sono quindi quasi certamente inospitali per la vita come la conosciamo, ma hanno una caratteristica che li rende molto interessanti: sono vecchi, molto vecchi. L'età del sistema è stata determinata <a href="http://arxiv.org/pdf/1501.06227v1.pdf" target="_blank">da un gruppo di ricercatori</a> combinando i dati di Kepler con altre osservazioni: è venuto fuori che Kepler-444 ha circa 11.2 miliardi di anni. È il più antico sistema planetario noto: si è formato quando la nostra galassia aveva forse un paio di miliardi di anni, e l'universo solo qualche centinaio di milioni di anni in più. Per mettere le cose in prospettiva: quando si è formato il nostro sistema solare, 4.5 miliardi di anni fa, i pianeti di Kepler-444 erano già più vecchi di quanto non sia oggi la nostra Terra. Tutto questo suggerisce che probabilmente la formazione di pianeti piccoli e rocciosi è un processo che è iniziato molto presto nella storia dell'universo. E che lì fuori potrebbero esserci molti pianeti simili al nostro ma con un passato molto più lungo.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-1750423643845015412015-01-27T10:25:00.000+01:002015-01-27T10:25:54.934+01:00La scienza di Interstellar<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="500" src="http://www.raiscuola.rai.it/embed/quali-teorie-hanno-ispirato-interstellar/28939/default.aspx" width="630"></iframe><br />
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A dicembre, ho partecipato a una puntata di Nautilus (la trasmissione di scienza che va in onda ogni sera alle 21 su Raiscuola) in cui si parlava delle teorie che hanno ispirato Interstellar. Qui sopra c'è un estratto di pochi minuti in cui ho provato a fare una carrellata delle principali idee su cui è basato il film. Nella puntata intera c'è molto altro: se avete mezz'ora libera, la trovate a <a href="http://www.scuola.rai.it/articoli/la-scienza-di-interstellar/28910/default.aspx" target="_blank">questo link</a>.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-9090638067540707012015-01-18T16:38:00.000+01:002015-01-18T16:45:27.319+01:00L'uomo di Marte, ovvero un naufragio spaziale raccontato in modo credibile (altro che Gravity)<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-d-a.akamaihd.net/hphotos-ak-xfa1/v/t1.0-9/10356765_672478639518098_8705124625157646289_n.jpg?oh=694a50cbc52f52bf775f81276b1bba55&oe=5531A613&__gda__=1429181989_24260fad94e3b24b3588040b219b22c6" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://fbcdn-sphotos-d-a.akamaihd.net/hphotos-ak-xfa1/v/t1.0-9/10356765_672478639518098_8705124625157646289_n.jpg?oh=694a50cbc52f52bf775f81276b1bba55&oe=5531A613&__gda__=1429181989_24260fad94e3b24b3588040b219b22c6" width="494" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La prima pagina del copione de L'uomo di Marte, con disegno di Ridley Scott (dalla <a href="https://www.facebook.com/pages/Andy-Weir/462962073803090" target="_blank">pagina FB</a> di Andy Weir)</td></tr>
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Durante le vacanze di Natale ho trovato finalmente un po' di tempo per leggere <i><a href="http://www.amazon.it/gp/product/8854169382/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8854169382&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">L'uomo di Marte</a></i>. È un libro di fantascienza che racconta la storia di un astronauta dato erroneamente per morto dai suoi compagni di missione e lasciato da solo sulla superficie di Marte. Il libro è in larga parte il diario <i>estremamente</i> dettagliato e realistico dei tentativi del protagonista di sopravvivere e tornare sulla Terra: una lettura da supernerd, insomma, ma non solo, visto che il libro ha venduto uno sproposito di copie e Ridley Scott ne sta girando un film con un cast stellare. E pensare che l'autore, Andy Weir, inizialmente se lo era autopubblicato, prima a puntate su un blog e poi come ebook su Amazon. (La storia la racconta in <a href="http://nautil.us/issue/20/creativity/the-hit-book-that-came-from-mars" target="_blank">questa intervista</a>).<br />
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Il libro rende molto bene alcuni aspetti delle imprese spaziali che potrebbero sembrare ovvi ma che si tende a trascurare: per esempio la complessa gestione delle traiettorie orbitali, ma soprattutto il fatto che Marte è molto ostile, è lontano, ed è <i>grande</i>. Ci siamo andati molte volte, con le sonde e i rover, ma ne abbiamo percorso il suolo solo per <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/556820560899219456" target="_blank">qualche decina di chilometri</a>, e nonostante abbiamo ormai <a href="https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CCMQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.google.com%2Fmars%2F&ei=P8i7VJKAF5GtadfzgagE&usg=AFQjCNHfm81F4r9YFOlK_L0Y58614idepw&sig2=nJhixlAybi0EsQHilLCRnA&bvm=bv.83829542,d.d2s" target="_blank">mappe complete</a> ad alta risoluzione della sua superficie, ritrovare qualcosa che è andato perduto lì sopra è complicato. Ne volete un esempio reale? Proprio l'altro ieri <a href="http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Mars_Express/Beagle-2_lander_found_on_Mars" target="_blank">l'ESA ha annunciato</a> di aver finalmente localizzato il lander Beagle-2: se ne erano perse le tracce mentre scendeva sul pianeta, ben <i>undici anni fa</i>.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-43580156326227488952015-01-14T12:32:00.001+01:002015-01-14T12:32:31.475+01:00Il video della discesa di Huygens su Titano, 10 anni fa<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="480" src="//www.youtube.com/embed/HtYDPj6eFLc?rel=0" width="640"></iframe><br />
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Esattamente dieci anni fa (il 14 gennaio 2005) la sonda Huygens si è staccata dalla sonda-madre Cassini, in orbita intorno a Saturno, ed è scesa lentamente sulla superficie di Titano, la luna principale di quel sistema. Il filmato qui sopra è stato realizzato condensando in pochi minuti le foto prese durante la discesa, che è durata oltre due ore.<br />
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Titano è avvolto da una spessa atmosfera, opaca alla luce visibile. Il momento appena dopo il primo minuto di filmato, in cui si inizia a intravedere il suolo, è assolutamente emozionante.<br />
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Oggi sappiamo, grazie a Cassini/Huygens, che Titano è l'unico altro corpo del sistema solare, a parte la Terra, ad avere liquidi che scorrono sulla sua superficie, sebbene a quelle temperature (circa -180°C) non si tratti di acqua ma di miscele di etano, metano e propano.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-85031393085350816802014-12-01T10:15:00.000+01:002014-12-01T12:30:25.030+01:00Un giorno tutto questo sarà nostro<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="273" mozallowfullscreen="" src="//player.vimeo.com/video/108650530?title=0&byline=0&portrait=0&badge=0&color=ffffff" webkitallowfullscreen="" width="640"></iframe><br />
<br />
Una delle cose più belle che abbia visto da un po' di tempo a questa parte: <a href="http://www.erikwernquist.com/wanderers/" target="_blank">Wanderers</a>, un cortometraggio che immagina momenti del nostro possibile futuro di colonizzatori dello spazio, tra una passeggiato sul ghiaccio di Europa e un giretto in jetpack tra gli anelli di Saturno. Ogni sequenza mostra luoghi realmente esistenti del Sistema Solare (a parte, ovviamente, le navi spaziali o le stazioni costruite dall'uomo) ricostruiti partendo da immagini reali o da modelli realistici: per avere una spiegazione dettagliata vi consiglio di <a href="http://www.erikwernquist.com/wanderers/gallery.html" target="_blank">guardare questa galleria</a>. Il tutto, narrato dalla voce fuoricampo di Carl Sagan (presa dalla sua lettura di <a href="http://www.amazon.it/gp/product/B004W0I3LW/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=B004W0I3LW&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">Pale Blue Dot</a>).<br />
<br />
Che vi devo dire: mi ritengo abbastanza fortunato da vivere in un'epoca in cui ho visto una sonda posarsi su una cometa, e una persona che conosco si trova in questo momento su una stazione spaziale. Ma vedendo queste immagini mi viene una nostalgia pazzesca di un futuro che non vedrò mai.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-20875777828272127812014-11-13T09:57:00.000+01:002014-11-13T19:46:15.299+01:00Siamo scesi su una cometa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.esa.int/var/esa/storage/images/esa_multimedia/images/2013/12/philae_on_the_comet_front_view/13467154-1-eng-GB/Philae_on_the_comet_Front_view.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.esa.int/var/esa/storage/images/esa_multimedia/images/2013/12/philae_on_the_comet_front_view/13467154-1-eng-GB/Philae_on_the_comet_Front_view.jpg" height="360" width="640" /></a></div>
<br />
Ieri, per la prima volta nella storia dell'umanità, <a href="http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Rosetta/Touchdown!_Rosetta_s_Philae_probe_lands_on_comet" target="_blank">una sonda si è posata sulla superficie di una cometa</a>. Dopo un inseguimento durato dieci anni, a mezzo miliardo di chilometri da qui, la sonda Rosetta ha depositato con successo il lander Philae sul nucleo della cometa Churyumov–Gerasimenko. Al momento gli strumenti scientifici stanno già raccogliendo dati importantissimi, ma resta da capire se la sonda sia in posizione stabile, dal momento che gli arpioni che avrebbero dovuto tenerla ancorata alla superficie ghiacciata parrebbero non aver funzionato (e sulla cometa, dove la gravità è molto più bassa che sulla Terra, la sonda "pesa" poco più di un grammo). In ogni caso si tratta di un'impresa straordinaria, che per qualche ora ci ha tenuto col fiato sospeso e ci ha ricordato quanto sia emozionante esplorare l'universo: congratulazioni al team di Rosetta!<br />
<br />
E visto che credo che quello di ieri sia uno di quei giorni di cui, in futuro, potremo dire "io c'ero", copio qui sotto la piccola cronaca che ne ho fatto su Twitter.<br />
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<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Il capitano Kirk fa gli auguri al team di Rosetta, che oggi pomeriggio prova a far scendere una sonda su una cometa <a href="http://t.co/mHj11Cyx7B">http://t.co/mHj11Cyx7B</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532456862763868160">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Auditorium dell'ASI pieno, tutti in attesa della discesa di <a href="https://twitter.com/Philae2014">@Philae2014</a> sulla cometa <a href="http://t.co/9IvHKSKVEm">pic.twitter.com/9IvHKSKVEm</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532555260997697536">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Qui all'ASI si sente parecchio la tensione, <a href="https://twitter.com/Philae2014">@Philae2014</a> potrebbe toccare la cometa da un momento all'altro <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532558153112911872">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
A me anche il semplice fatto che ci stiamo provando, a scendere su una cometa, sembra pazzesco <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532559300888363009">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Rosetta è già la prima missione a viaggiare assieme a una cometa. Tra un po' potrebbe essere anche la prima a toccarla <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532561600033857537">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
I segnali radio ci mettono 28 minuti per arrivare qui dalla sonda. Nel frattempo qui stanno tutti in apnea <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532563196062994433">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Dicono che la conferma dovrebbe arrivare tra pochi minuti (ansia) <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532564301031436288">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Applauso. <a href="https://twitter.com/Philae2014">@Philae2014</a> ce l'ha fatta, siamo su una cometa <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532564562978304000">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Adesso facce preoccupatissime, mentre controllano i dati di telemetria. Fiato sospeso <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532565152861011968">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Bisogna capire se e come è avvenuto l'ancoraggio <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532565520584024064">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
"We are sitting on the surface, Philae is talking to us". Occhi lucidi <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a> <a href="http://t.co/35sr1NpfHg">pic.twitter.com/35sr1NpfHg</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532566198035419136">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Ma non siete anche voi felici di vivere in un'epoca in cui possiamo mandare una sonda su una cometa? <a href="https://twitter.com/hashtag/CometLanding?src=hash">#CometLanding</a><br />
— Amedeo Balbi (@amedeo_balbi) <a href="https://twitter.com/amedeo_balbi/status/532568884684267520">12 Novembre 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-19616175709702117882014-11-12T09:13:00.000+01:002014-11-12T09:13:15.989+01:00Perché mi è piaciuto Interstellar<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-ce58FGgt034/VGMWA6NF76I/AAAAAAAACSY/GU2Mn2VEcsA/s1600/interstellar.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-ce58FGgt034/VGMWA6NF76I/AAAAAAAACSY/GU2Mn2VEcsA/s640/interstellar.jpeg" width="640" /></a></div>
<br />
Premessa: il mio film preferito è <em>2001: Odissea nello spazio</em>. L’ho rivisto, negli anni, un numero imprecisato di volte, e ogni volta mi sorprendo a scoprire dettagli nuovi o interpretazioni a cui non avevo pensato le volte precedenti. Questo per dire che, nonostante il confronto tra il film di Kubrick e Interstellar sia inevitabile (e, in un certo senso, sia sollecitato dalle citazioni che lo stesso Nolan ha consapevolmente disseminato nel suo film) è meglio togliere subito di mezzo la questione: per quanto mi riguarda, si tratta di un confronto improponibile. Stiamo parlando di due campionati differenti. Insomma, non credo che rivedrò Interstellar una seconda volta, e non penso che ci troviamo di fronte a un capolavoro di cui continueremo a parlare tra cinquant’anni. Detto questo, però, a me Interstellar è piaciuto. Da qui in poi proverò a spiegare perché, ma se ancora non l’avete visto e non volete sapere altro non proseguite oltre.<br />
<br />
C’entra la scienza, naturalmente. Non tanto quella dei wormhole e dei buchi neri, anche se sentire improvvisamente un sacco di gente che parla di gravità quantistica e relatività generale fa piacere. E in effetti: quanti altri film hanno mostrato con tanto realismo una distorsione nello spaziotempo, una lente gravitazionale o le conseguenze della dilatazione del tempo? E quanti hanno usato questi concetti integrandoli davvero nella narrazione, come fa Interstellar, invece di appiccicarli in modo più o meno posticcio a una sceneggiatura che ne avrebbe potuto fare tranquillamente a meno? Si sente senza dubbio la mano di Kip Thorne, uno dei massimi esperti di gravità, e non solo nelle equazioni scritte sulla lavagna del professor Brand. (Nel caso a qualcuno sia venuta voglia di approfondire, c’è il classico e bellissimo libro dello stesso Thorne, <a href="http://www.amazon.it/gp/product/0393312763/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=0393312763&linkCode=as2&tag=keplero-21">Black Holes and Time Warps</a>, tradotto anche <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8876157778/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8876157778&linkCode=as2&tag=keplero-21">in italiano</a>, e il nuovo <a href="http://www.amazon.it/gp/product/B00NUB4EVC/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=B00NUB4EVC&linkCode=as2&tag=keplero-21">The Science of Interstellar</a>).<br />
<br />
Ma non è tanto questo, appunto. In Interstellar la scienza è protagonista in una maniera più sottile e, mi sembra, radicalmente diversa da ciò a cui ci hanno abituato simili prodotti di intrattenimento. In apparenza, la premessa di Interstellar è comune a tanti altri film del filone catastrofico-distopico: la Terra sta morendo, le cose vanno malissimo e l’eroe deve provare a salvare l’umanità. Un cliché talmente abusato che, quando sono apparsi i primi trailer, ho temuto il peggio. Quando però si guarda il film, ci si accorge che il punto di vista scelto da Nolan è insolito. Non sappiamo mai davvero cosa abbia causato la catastrofe che affligge il pianeta. Molti, per un riflesso condizionato, hanno pensato immediatamente al riscaldamento globale, ma la verità è che la ragione del disastro che sta rendendo progressivamente incoltivabile il pianeta non è mai dichiarata apertamente. Posso sbagliarmi, ma a me sembra che i pochi indizi che Nolan dissemina nella narrazione invitino a una interpretazione esattamente opposta al consueto schema che vede nell’umanità cattiva e nella tecnologia disumana la causa di tutte le sfortune. In ogni caso, quali che siano le cause iniziali che hanno innescato la catastrofe, è evidente che il risultato è una umanità che si è ripiegata su se stessa, perdendo qualunque spinta a immaginare il futuro. “Mi ricordo quando inventavamo una cosa nuova ogni giorno”, dice a un certo punto il suocero di Cooper, il protagonista. Il quale, a sua volta, reagisce di fronte alla comparsa di un vecchio drone rimasto in giro dall’epoca pre-catastrofe con l’entusiasmo di un ambientalista messo di fronte all’esemplare di una specie ritenuta estinta. (<a href="http://bit.ly/1tFF50f" target="_blank">Continua a leggere sul Post...</a>)Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-68266967994177000012014-10-28T16:26:00.000+01:002014-10-28T16:26:42.919+01:00Comics & science, againCome forse ricorderete, lo scorso anno, di questi tempi, <a href="http://www.keplero.org/2013/11/ecco-qui.html" target="_blank">Cosmicomic</a> era appena uscito e stavamo per presentarlo a Lucca Comics & Game. Da allora, la nostra creatura ha fatto un bel po' di strada. Oltre alla <a href="http://salamandra.info/libro/cosmicomic" target="_blank">traduzione spagnola</a> di cui vi avevo già detto qualche mese fa, è uscita da pochi giorni anche un'edizione in coreano, e posso anticipare che i viaggi in giro per il mondo non sono finiti qui.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-xfp1/v/t1.0-9/1780636_10152669963726259_2100503475920902748_n.jpg?oh=917e8c6fe9f490c48e9ae8bffe1e3a3e&oe=54AFD630&__gda__=1420846688_5ce8e0f59c927a2cf576d713c46ced74" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-xfp1/v/t1.0-9/1780636_10152669963726259_2100503475920902748_n.jpg?oh=917e8c6fe9f490c48e9ae8bffe1e3a3e&oe=54AFD630&__gda__=1420846688_5ce8e0f59c927a2cf576d713c46ced74" width="528" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una pagina dell'edizione coreana di Cosmicomic, dal <a href="https://www.facebook.com/codiceedizioni/posts/10152669972846259" target="_blank">profilo FB</a> di Codice Edizioni.</td></tr>
</tbody></table>
Ricorderete anche che nell'edizione 2013 di Lucca Comics & Game aveva fatto il suo debutto l'iniziativa <a href="http://www.keplero.org/2013/10/comics-science.html" target="_blank">Comics & Science</a>, che prevedeva tra le altre cose l'uscita di un albo speciale contenente un inedito di Leo Ortolani. Qui sotto c'è il video di un altro degli eventi legati a Comics & Science 2013, ovvero lo Showcase in cui avevamo parlato proprio di Cosmicomic.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="//www.youtube.com/embed/VX0OfQqWtsc?rel=0" width="640"></iframe><br />
<br />
Bene, la cosa ha avuto un bel successo, tanto che quest'anno si fa il bis. Ci sarà un evento Comics & Science 2014 a Lucca, con molti appuntamenti di cui potete leggere il <a href="http://maddmaths.simai.eu/divulgazione/comicsscience/lucca-comics-science-2014-il-programma/" target="_blank">programma dettagliato su Maddmaths</a>. Vi segnalo in particolare l'evento speciale del 31 ottobre alle 18.30 presso la libreria Ubik, in cui <a href="http://lario3.blogspot.it/" target="_blank">Davide La Rosa</a> dirà quanto è bello <i><a href="http://www.amazon.it/gp/product/8817072710/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8817072710&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">Cercatori di meraviglia</a></i> e io dirò quanto è bello il suo fumetto <i><a href="http://www.amazon.it/gp/product/8897141366/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8897141366&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">Paco Lanciano e il fagiano crononauta</a>.</i> (<a href="http://www.fumettologica.it/galleria/paco-lanciano-e-il-fagiano-crononauta-di-davide-la-rosa/" target="_blank">Qui c'è un'anteprima</a>.)<br />
<br />
E poi, proprio come l'anno scorso, ci sarà un albo speciale, che stavolta contiene un fumetto inedito di Tuono Pettinato (che insieme a Francesca Riccioni aveva realizzato una bellissima <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8817060674/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8817060674&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">storia grafica su Turing</a>). Si intitola <i>OraMai</i>, parla della natura del tempo e di altre banalità, e questa è la copertina, semplicemente meravigliosa.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-gD_SgOv33nk/VE-vGn5TMhI/AAAAAAAACRw/8zz5awSshJA/s1600/Comics%26Science-Cover.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-gD_SgOv33nk/VE-vGn5TMhI/AAAAAAAACRw/8zz5awSshJA/s1600/Comics%26Science-Cover.jpg" height="640" width="418" /></a></div>
<br />
Su Fumettologica (che mette l'albo tra le <a href="http://www.fumettologica.it/2014/10/10-fumetti-piu-attesi-a-lucca-comics-2014/" target="_blank">cose più attese</a> di Lucca 2014) trovate <a href="http://www.fumettologica.it/2014/10/tuono-pettinato-anteprima/" target="_blank">un'anteprima di alcune pagine</a>. Siccome ho dato una mano al signor Tuono a venire a capo di alcune spinose questioni fisiche, e lì dentro c'è anche una cosa scritta da me a proposito del tempo, ho avuto la possibilità di vedere le tavole mentre prendevano forma (sono notevoli, vedrete). E la cosa mi darà il diritto di aggirarmi anche quest'anno tra gli stand e di fare comunella con i miei fumettisti preferiti. Se ci siete ci si vede lì.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-13918241165542213642014-09-23T14:55:00.000+02:002014-09-23T15:08:27.714+02:00Due appuntamentiMercoledì 24 settembre, nell'ambito della <a href="http://www.frascatiscienza.it/pagine/notte-europea-dei-ricercatori-2014/" target="_blank">Notte Europea dei Ricercatori e della Settimana della Scienza 2014</a>, sarò con Antonio Pascale alle <a href="http://www.frascatiscienza.it/locations/spazi-espositivi-scuderie-aldobrandini/" target="_blank">Scuderie Aldobrandini</a> di Frascati per <i><a href="http://www.frascatiscienza.it/events/dal-big-bang-alla-civilta-in-6-immagini/" target="_blank">Dal big bang alla civiltà in sei immagini</a></i>. Si inizia alle 21, l'ingresso è gratuito ma bisogna prenotarsi <a href="http://www.frascatiscienza.it/pagine/notte-europea-dei-ricercatori-2014/prenotazioni/" target="_blank">a questo link</a>.<br />
<div>
<br /></div>
<div>
Sabato 27 settembre sarò a Bologna, all'Aula Magna di Santa Lucia (via Castiglione 36) per un evento sul tempo organizzato dal <a href="http://www.cortiledeigentili.com/" target="_blank">Cortile dei Gentili</a> e dall'Università di Bologna. L'ingresso è libero fino a esaurimento dei posti. Il programma completo è <a href="http://www.cortiledeigentili.com/archivio/377/99267.PDF" target="_blank">qui</a>. </div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-20320240198454300832014-09-22T11:18:00.001+02:002014-09-22T13:31:26.053+02:00BICEP2 probabilmente non ha osservato le onde gravitazionali primordiali<iframe allowfullscreen="true" mozallowfullscreen="true" scrolling="no" src="http://www.rai.tv/dl/portaleRadio/media/ContentItem-dce5422b-d977-46b5-abfd-16706d90aa07.html?iframe" style="border: 0px; height: 100%; margin: 0px; padding: 0px; width: 100%;" webkitallowfullscreen="true"></iframe><br />
<br />
Qualche giorno fa sono stato <a href="http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-a18166ba-3c87-4732-ad0b-d8ee47e82e91.html" target="_blank">ospite di Radio3Scienza</a>, in una puntata che verteva sulle difficoltà di comunicare la scienza senza cadere nel sensazionalismo (l'audio è qui sopra, oppure <a href="http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-dce5422b-d977-46b5-abfd-16706d90aa07.html" target="_blank">a questo link</a>). Siamo partiti da un paio di casi recenti, l'ultimo dei quali è quello che riguarda Stephen Hawking e le sue dichiarazioni sul bosone di Higgs, che molti mezzi d'informazione hanno riportato come un annuncio del rischio di una possibile catastrofe cosmica provocata dall'esperimento LHC. Le cose naturalmente non stanno così e ho provato a spiegarlo in trasmissione, ma la sintesi per chi va di fretta è: Hawking ha semplicemente (e correttamente) commentato che, in base a quello che sappiamo sul campo di Higgs e sul modello standard, c'è la possibilità che l'universo non si trovi attualmente in uno stato stabile (ovvero quello di minima energia). C'è una probabilità non nulla che esso passi repentinamente a uno stato più stabile <i>tra qualche migliaio di miliardi di anni</i>: vedete voi se sia il caso di non dormirci la notte. La cosa, comunque, non ha niente a che vedere con le attività del CERN, ma solo con il modo in cui è fatto, ed è sempre stato fatto, l'universo.<br />
<br />
Venendo a cose un po' più concrete, l'altro caso che abbiamo discusso brevemente è stato quello di BICEP2, di cui negli ultimi mesi abbiamo parlato più volte <a href="http://www.keplero.org/2014/06/pubblicato-larticolo-di-bicep2-e-ci.html" target="_blank">da queste parti</a>. Se avete seguito la faccenda, sapete che dopo l'annuncio iniziale sono sorti seri dubbi sul fatto che il segnale osservato dall'esperimento fosse dovuto completamente alle onde gravitazionali prodotte dall'inflazione, e non potesse invece essere una contaminazione causata dalla polvere presente nella nostra galassia. Durante la puntata ho detto che nei prossimi mesi ne avremmo saputo di più, e che a questo punto mi aspettavo che la significatività dell'annuncio iniziale si sarebbe ridotta parecchio. Be', pare che l'attesa sia stata più breve del previsto, e che le cose in effetti non siano rosee per BICEP2. Oggi infatti è apparsa su arXiv <a href="http://arxiv.org/pdf/1409.5738v1.pdf" target="_blank">l'analisi da parte di Planck</a> della polarizzazione prodotta dalla polvere galattica su quasi tutto il cielo, inclusa la regione osservata da BICEP2. Il risultato è che la contaminazione della polvere può spiegare <i>completamente</i> il risultato di BICEP2. Ci sono naturalmente varie sottigliezze tecniche e a quanto pare è in corso un'analisi congiunta di Planck e BICEP2 che dovrebbe ridurre ulteriormente le incertezze, ma la conclusione a questo punto sembra piuttosto chiara: BICEP2 ha osservato un segnale, ma molto probabilmente non proviene dai primi istanti di vita dell'universo.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-48168920171629328072014-09-17T10:32:00.002+02:002014-09-17T10:32:44.060+02:00Un po' di cose dal Festival della ComunicazioneLo scorso fine settimana sono stato ospite del primo <a href="http://www.festivalcomunicazione.it/" target="_blank">Festival della Comunicazione</a>, che si è tenuto a Camogli. Un paio di giorni piacevoli e piuttosto fitti di incontri interessanti (un tentativo di sintesi lo ha fatto <a href="http://www.internazionale.it/opinioni/annamaria-testa/2014/09/15/di-comunicazione-e-dintorni/" target="_blank">Annamaria Testa su Internazionale</a>). Da parte mia, ho parlato della mia esperienza di comunicazione dell'astrofisica e, più in generale, della scienza: ho messo <a href="http://bit.ly/ZpgaHe" target="_blank">sul Post</a> il testo delle cose che ho detto nel mio intervento. (Bonus track: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=zGkJHOE5Yos" target="_blank">qui c'è il video</a> di una breve chiacchierata che ho fatto con Massimo Mantellini su divulgazione e rete, e <a href="http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/il-mondo-prima-del-big-bang.aspx" target="_blank">qui un'intervista</a> apparsa nelle pagine culturali di Avvenire.)<br />
<blockquote class="tr_bq">
Di mestiere faccio l’astrofisico. Sono cioè uno scienziato, e perciò appartengo a una categoria che, nel sentire comune, non è esattamente associata alla comunicazione, a farsi capire fuori della cerchia degli esperti. Voglio dire: lo scienziato è colui che nei film, tipicamente, compare nel momento in cui serve qualcuno che dica una cosa incomprensibile. Nei film peggiori l’espediente si usa addirittura per mascherare un buco di sceneggiatura, oppure per rendere plausibile uno snodo narrativo che plausibile non è. A un certo punto arriva lo scienziato — generalmente un tizio trasandato, con una capigliatura discutibile — e dice una cosa tipo “dobbiamo invertire la polarità del flusso canalizzatore”. C’è anche un termine inglese per queste frasi incomprensibili: “techno-babble”, che in italiano si potrebbe rendere con “tecno-bla-bla”. Insomma, lo scienziato fa un po’ la parte dello sciamano, del santone, di quello che tutti rispettano ma che nessuno capisce davvero. (<a href="http://bit.ly/ZpgaHe" target="_blank">Continua a leggere sul Post...</a>)</blockquote>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-41659455180389267822014-09-11T13:01:00.000+02:002014-09-11T13:01:15.101+02:00Si va a Camogli #festivalcom14<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-6Cah-dK5-zY/VBFlTMj4u0I/AAAAAAAACQI/QSVF6u1j86k/s1600/LOGO%2BCOMPLETO%2BCON%2BDATE%2BFestival%2Bdella%2BComunicazione%2BCamogli_100dpi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-6Cah-dK5-zY/VBFlTMj4u0I/AAAAAAAACQI/QSVF6u1j86k/s400/LOGO%2BCOMPLETO%2BCON%2BDATE%2BFestival%2Bdella%2BComunicazione%2BCamogli_100dpi.jpg" height="182" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Nel fine settimana mi trovate al <a href="http://www.festivalcomunicazione.it/">Festival della Comunicazione di Camogli</a> (GE). Se volete, ci vediamo alla Terrazza delle Idee sabato 13 alle 12.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-70780299690272309772014-08-14T12:22:00.000+02:002014-08-14T12:23:52.566+02:00Varie d'agostoTra una stella cadente e l'altra, qualche segnalazione di cose che ho fatto/sto facendo/farò a breve: su Repubblica Sera (disponibile per gli abbonati di Repubblica in digitale) sta uscendo una serie in cui racconto, in ogni puntata, un oggetto celeste e la storia di un astronomo (o più di uno) che ha legato in qualche modo il suo nome a quell'oggetto: ogni venerdì, per tutto agosto (due sono già andate), con l'eccezione di questa settimana in cui uscirà giovedì (cioè oggi).<br />
<br />
Poi, una cosa di cui sono molto contento e onorato, e che probabilmente ormai saprete già: dal numero di agosto di Le Scienze (attualmente in edicola), ho preso il posto di Roberto Battiston (che è andato a dirigere l'ASI) su quelle pagine, con una rubrica mensile che si chiama "La finestra di Keplero" e che parlerà - indovinate un po' - dell'universo e di tutto quello che c'è dentro.
<br />
<br />
Infine, dopo aver raccontato nei due anni passati "Dal big bang alla civiltà in sei immagini" (e continueremo a farlo), io e Antonio Pascale ci riproviamo con una nuova idea, un dialogo scientifico/filosofico sul libero arbitrio in cui, a occhio e croce, io rappresenterò il punto di vista del fisico determinista, e Antonio sarà l'umanista preoccupato di preservare i nostri spazi di libertà - ma chissà quali saranno le nostre posizioni dopo il confronto. Si chiama "Materia e libertà" e andrà in scena per la prima volta al <a href="http://portale.festivaldellamente.it/it/eventi-festival/materia-e-liberta-un-dialogo-sul-libero-arbitrio" target="_blank">Festival della Mente di Sarzana il 31 agosto</a>.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-88508113032833336422014-07-13T11:48:00.001+02:002014-07-13T11:50:09.545+02:00Galileo Pop! L'ultima puntata di "Io dico l'universo"Quest'anno ricorrono i 450 anni dalla nascita di Galileo Galilei (15 febbraio 1564) e, per l'occasione, su Radio3 è andata in onda nei mesi scorsi <i><a href="http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/Programmi/Page-6bcce816-c2db-4033-80fa-030e7ed0ddd9.html?section=Main" target="_blank">Io dico l'universo</a></i>, una trasmissione settimanale che, partendo ogni volta da un luogo simbolico, ha raccontato in diciotto puntate i diversi aspetti della vita di Galileo -- non solo quelli prettamente scientifici, ma anche quelli artistici, letterari, musicali, ecc. La trasmissione è terminata ieri, con una puntata sul lato pop di Galileo a cui ho avuto l'onore di partecipare (<a href="http://www.wired.it/play/cultura/2014/02/14/e-ora-di-considerare-galielo-icona-pop-cominciare-dal-suo-dito-medio/" target="_blank">qui c'è un articolo</a> sull'argomento che avevo scritto a febbraio per Wired.it). La puntata si riascolta <a href="http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-7cd54235-fa22-4aa0-8cc9-8c6032e69152.html" target="_blank">qui</a>: ma il consiglio, se le avete perse, è di recuperare anche tutte le altre da <a href="http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/Programmi/Page-6bcce816-c2db-4033-80fa-030e7ed0ddd9.html?section=Main" target="_blank">questa pagina</a> (o <a href="http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-a7a3ae8d-691e-4611-8205-c999941a02bd.html" target="_blank">scaricarle in podcast</a>).<br />
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<iframe allowfullscreen="true" mozallowfullscreen="true" scrolling="no" src="http://www.rai.tv/dl/portaleRadio/media/ContentItem-7cd54235-fa22-4aa0-8cc9-8c6032e69152.html?iframe" style="border: 0px; height: 100%; margin: 0px; padding: 0px; width: 100%;" webkitallowfullscreen="true"></iframe>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-6993145024052922072014-07-02T17:14:00.002+02:002014-07-02T17:15:52.562+02:00Cercatori di meraviglia: aggiornamenti e appuntamentiE insomma, a quanto pare <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8817072710/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8817072710&linkCode=as2&tag=keplero-21"><i>Cercatori di meraviglia</i></a> ha esaurito la prima edizione ed è in ristampa. Se ancora non lo avete letto, è il momento giusto per <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8817072710/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8817072710&linkCode=as2&tag=keplero-21">prenderne una copia</a>, magari da mettere in valigia (<a href="http://www.amazon.it/gp/product/B00J9C5XT8/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=B00J9C5XT8&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">o nel Kindle</a>) prima di partire per le vacanze (tanto più che Wired lo ha appena indicato come uno dei <a href="http://www.wired.it/play/libri/2014/06/27/consigli-libri-estate/">50 libri da leggere questa estate</a>).<br />
<br />
Se invece lo avete già comprato e letto, be', grazie davvero. Se vi è anche piaciuto, fatemelo sapere (oh, voi non ci crederete: i complimenti fanno piacere), ma soprattutto spargete la voce, lasciate in giro recensioni positive, regalatelo, ecc.<br />
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Approfitto per segnalarvi i prossimi eventi e presentazioni dove, se volete, potremo incontrarci di persona:<br />
<ul>
<li>sabato 5 luglio alle 21.30 sarò all'anfiteatro naturale di Vianino a Varano De' Melegari (Parma) per il <a href="http://www.festivalvalcenoarte.com/" target="_blank">Festival Valceno Arte</a>, insieme al Trio Amadei: loro suoneranno (soprattutto Mozart), io parlerò, e una cosa così non poteva che chiamarsi <i>Amedeo, Amadei, Amadeus: Cercatori di Meraviglie</i>. </li>
<li>giovedì 10 luglio alle 17.30 sarò a Roma, alla libreria Mondadori del centro commerciale La Romanina (zona Università Tor Vergata), con me ci sarà Antonio Pascale </li>
<li>mercoledì 16 luglio alle 19.00 sarò ancora a Roma, a Villa Mercede (zona San Lorenzo), per <a href="http://www.habicura.it/#!lettori-al-quadrato/cft7" target="_blank">Lettori al quadrato</a>, e ci saranno anche letture dal libro a cura di PsicopompoTeatro </li>
</ul>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-46832202668153767002014-06-20T11:28:00.001+02:002014-06-20T11:28:39.533+02:00Pubblicato l'articolo di BICEP2, e ci sono novitàIeri è uscita finalmente <a href="http://journals.aps.org/prl/abstract/10.1103/PhysRevLett.112.241101" target="_blank">la versione definitiva dell'articolo</a> con i risultati di BICEP2, accettato, dopo aver superato la fase di <i>peer-reviewing</i>, dalla rivista Physical Review Letters. E i cambiamenti sono importanti. Nell'<a href="http://journals.aps.org/prl/pdf/10.1103/PhysRevLett.112.241101" target="_blank">articolo pubblicato</a>, infatti, si ammette che l'analisi originale poteva aver sottovalutato la contaminazione dalla polvere galattica (possibilità di cui <a href="http://www.keplero.org/2014/05/che-ce-di-nuovo-con-bicep2.html">avevamo parlato qui</a>) e si traggono conclusioni diverse rispetto a quelle dell'annuncio iniziale (la prima versione dell'articolo è ancora consultabile <a href="http://arxiv.org/abs/1403.3985v1" target="_blank">qui</a>). Le differenze sono già evidenti nell'abstract, che contiene almeno un paio di frasi nuove e rilevanti. In riferimento ai modelli usati per stimare la possibile contaminazione da polvere, per esempio:<br />
<blockquote>
However, these models are not sufficiently constrained by external public data to exclude the possibility of dust emission bright enough to explain the entire excess signal.
<i>(Tuttavia, questi modelli non sono sufficientemente vincolati da dati pubblici esterni da escludere la possibilità di emissione di polvere sufficientemente brillante da spiegare l'intero segnale in eccesso)</i></blockquote>
Riguardo al valore stimato dell'ampiezza del segnale di onde gravitazionali primordiali (che nell'articolo originale veniva dato diverso da zero con alta significatività anche quando si teneva conto della possibile contaminazione da polvere), ora si legge:
<br />
<blockquote>
Accounting for the contribution of foreground, dust will shift this value downward by an amount which will be better constrained with upcoming data sets. <i>(Tenendo conto del contributo della contaminazione, la polvere sposterebbe questo valore in basso di una quantità che sarà meglio vincolata da dati futuri.)</i> </blockquote>
Più in dettaglio, è stato escluso dall'analisi il modello di polvere che aveva sollevato maggiori dubbi, ovvero quello basato su dati preliminari di Planck e dedotto da una slide mostrata in una conferenza: una nota riconosce che quel modello aveva "incertezze non quantificabili". Una nota aggiunta all'articolo dà conto delle discussioni emerse dopo l'annuncio iniziale, e in particolare dei due studi (<a href="http://arxiv.org/abs/1405.7351">uno</a> e <a href="http://arxiv.org/abs/1405.5857">due</a>) che avevano dimostrato che il segnale dalla polvere galattica poteva essere più grande di quanto supposto dal team di BICEP2. Rimane l'affermazione che, al momento, le evidenze porterebbero a escludere una forte contaminazione dalla polvere, ma si riconosce che non è possibile scartare questa possibilità.<br />
<br />
Insomma, la misura del segnale di polarizzazione sul cielo è valida e significativa: quello che resta da capire e confermare, come d'altra parte si era detto fin dall'inizio, è se il segnale è davvero di origine primordiale. È indubbio che allo stato attuale delle cose le implicazioni dei risultati di BICEP2 sono più deboli di quanto affermato inizialmente, e che la probabilità che quanto osservato sia interamente attribuibile a un fondo di onde gravitazionali si è ridotta. Per capire di quanto, però, bisogna ancora aspettare.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-31414269217051299512014-06-11T14:23:00.001+02:002014-06-11T14:23:39.223+02:00Ha ancora senso il test di Turing?In un futuro imprecisato, un sistema operativo in grado di conversare in maniera calda, divertente, sexy, e per di più con la voce roca di Scarlett Johansson, farà innamorare perdutamente di sé un essere umano. I due passeranno insieme notti bellissime a chiacchierare (altro non possono fare), lui gli racconterà la sua vita, lei cambierà e crescerà, aggiungendo nuovi algoritmi al suo repertorio di comportamenti programmati. Faranno progetti per il futuro e si prometteranno di non lasciarsi mai più, ma poi il dubbio si insinuerà, e l’innamorato inizierà a tormentarsi: ok, la amo come non ho mai amato nessuno prima d’ora, ma supererà il test di Turing?
Sul serio, ma non sarà il caso di piantarla, con il test di Turing? (<a href="http://bit.ly/1oNcesz">Continua a leggere sul Post...</a>)Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-866056463508430518.post-57160178199081537822014-05-24T11:05:00.001+02:002014-05-26T16:12:02.832+02:00Cinquant'anni<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-0Zg38MEvxks/U4BePEGngyI/AAAAAAAACNE/pKIjPmRt4o4/s1600/Schermata+2014-05-24+alle+10.47.17.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-0Zg38MEvxks/U4BePEGngyI/AAAAAAAACNE/pKIjPmRt4o4/s1600/Schermata+2014-05-24+alle+10.47.17.png" height="640" width="622" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il grafico della prima misura che mostra chiaramente la presenza della radiazione cosmica di fondo. <br />
(Figura tratta dalla conferenza tenuta da Robert W. Wilson in occasione della consegna del premio Nobel per la fisica 1978.) </td></tr>
</tbody></table>
<br />
Cinquant'anni fa, di questi tempi, Arno Penzias e Robert Wilson cominciavano a armeggiare con l'antenna di Holmdel e imboccavano la strada che li avrebbe portati a inciampare su una delle scoperte scientifiche più importanti di sempre. Non è ovvio stabilire una data precisa per la scoperta ma, se proprio si vuole, il primo grafico del rumore che solo molti mesi più tardi sarebbe stato identificato come il calore residuo del big bang è datato 20 maggio 1964.<br />
<br />
La storia, lo sapete già, l'abbiamo raccontata in <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8875783810/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8875783810&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">Cosmicomic</a>. Per una bella coincidenza, proprio in questi giorni la traduzione del nostro fumetto <a href="http://salamandra.info/libro/cosmicomic" target="_blank">esce anche in Spagna</a>. Rispetto all'edizione italiana, l'editore spagnolo mi ha chiesto di aggiungere una nota finale che raccontasse a grandi linee cosa è successo in cosmologia negli ultimi cinquant'anni, e ho pensato di postarla anche qui. (Naturalmente, se volete un quadro più completo ci sono <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8847006120/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8847006120&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">questo</a> e <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8875781907/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8875781907&linkCode=as2&tag=keplero-21" target="_blank">questo</a>.)<br />
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<div style="text-align: center;">
***</div>
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Scrivendo Cosmicomic ho scelto di non avventurarmi nel racconto degli sviluppi più recenti, e ancora in divenire, della cosmologia, e di limitarmi alla storia consolidata di come ci siamo convinti che c’è stato un big bang. La scoperta della radiazione cosmica di fondo da parte di Penzias e Wilson è uno spartiacque nella nostra comprensione dell’universo: c’è un prima e c’è un dopo, e io mi sono volutamente concentrato sul prima. Qualche parola su cosa è successo in seguito si trova accennata nelle ultime tavole, ma forse qui può essere il caso di dire qualcosa in più.<br />
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Subito dopo la scoperta di Penzias e Wilson, i cosmologi cominciarono a studiare la possibilità di investigare minuscole variazioni nell’intensità della radiazione cosmica di fondo. L’idea era che il gas incandescente che riempiva l’universo primordiale non poteva essere completamente uniforme: dovevano esistere delle piccole fluttuazioni di densità che, nel corso dei miliardi di anni successivi, la gravità doveva aver amplificato per formare le centinaia di miliardi di galassie che vediamo nell’universo attuale. Ci vollero diversi decenni per trovare le prove di questa ipotesi. All’inizio degli anni novanta, un satellite della NASA chiamato COBE trovò queste minuscole fluttuazioni impresse nella radiazione cosmica di fondo, fotografando i semi da cui si è formato tutto ciò che esiste nel cosmo.<br />
<br />
Nel frattempo, erano successe altre cose. Negli anni settanta, cominciò a prendere piede tra i cosmologi la possibilità che nell’universo ci fosse molta più materia di quanta i telescopi potessero osservare direttamente. Questa materia, ribattezzata “oscura”, doveva essere completamente diversa dagli atomi di cui sono fatte le stelle (e noi stessi): non emetteva o assorbiva luce, e si poteva notare la sua presenza solo per via dell’interazione gravitazionale.<br />
<br />
Mentre le evidenze a favore dell’esistenza della materia oscura si andavano accumulando, emerse un nuovo scenario teorico che descriveva gli istanti iniziali del cosmo. Nel 1980, un giovane fisico di nome Alan Guth ipotizzò che le prime frazioni di secondo dell’evoluzione dell’universo fossero state caratterizzate da un’espansione violenta e rapidissima, chiamata “inflazione”, che aveva interessato una regione di spazio di dimensioni subatomiche. Al termine dell’inflazione l’universo doveva essersi ritrovato estremamente uniforme, in media, e con una curvatura su grande scala trascurabile. Non solo: l’inflazione prevedeva che le fluttuazioni quantistiche casuali presenti nella microscopica regione iniziale fossero state amplificate trasformandosi nelle fluttuazioni di densità da cui iniziò la formazione delle galassie. Quando COBE trovò davvero la traccia di fluttuazioni simili nella radiazione cosmica di fondo, la cosa fu letta come un punto a favore dell’inflazione (e fruttò ai leader dell’esperimento, George Smoot e John Mather, un premio Nobel per la fisica nel 2006).<br />
<br />
Altri esperimenti studiarono le variazioni di intensità della radiazione cosmica di fondo con maggiore dettaglio negli anni dopo COBE. A cavallo tra il ventesimo e il ventunesimo secolo, diversi esperimenti (tra cui Boomerang, MAXIMA, e il satellite della NASA WMAP) riuscirono a ricavare da queste indagini importanti informazioni sulla struttura dell’universo: mostrarono, ad esempio, che la sua curvatura su grande scala era trascurabile, proprio come prevedeva l’inflazione, e rafforzarono l’evidenza a favore dell’esistenza di componenti oscure.<br />
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A questo proposito, il mistero si stava allargando. Nel 1998, due diversi team di astronomi scoprirono che l’espansione dell’universo aveva iniziato ad accelerare in tempi recenti, attraverso un meccanismo che sembrava analogo a quello che aveva scatenato l’inflazione iniziale. Attualmente, la spiegazione più probabile del fenomeno è che esista, in aggiunta alla materia oscura, una forma di “energia oscura” in grado di guidare l’espansione accelerata: questo scenario ha aperto una serie di interrogativi teorici che non hanno ancora trovato soluzione, andandosi a sommare al problema irrisolto di chiarire la natura della materia oscura. (La scoperta dell’espansione accelerata dell’universo è stata intanto premiata con il Nobel per la fisica nel 2011.)<br />
<br />
E veniamo al presente. Proprio in questi ultimi tempi, nel marzo del 2014, una nuova scoperta potrebbe aver aggiunto un ulteriore, importante elemento alla nostra comprensione del cosmo. Il team dell’esperimento BICEP (un radiotelescopio operante al Polo Sud) ha annunciato di aver trovato nella radiazione cosmica di fondo le tracce della presenza di onde gravitazionali (increspature nello spazio-tempo previste dalla teoria della relatività generale di Einstein) di origine primordiale. La loro presenza è un’altra delle previsioni dell’inflazione e, se sarà confermata in futuro, potrebbe essere l’evidenza decisiva a favore di questo scenario. Questo ci aprirebbe una finestra verso eventi avvenuti quando ciò che poi è diventato il nostro universo esisteva da appena 10 alla meno 35 secondi. Saremmo arrivati incredibilmente vicini a osservare l'origine di tutto e a capire come sono andate davvero le cose. Per quanto ne sappiamo oggi, non si può guardare ancora più indietro nel tempo: ma le domande non sono finite, e noi continuiamo a cercare le risposte.Unknownnoreply@blogger.com